Dopo il successo di critica e di pubblico registrato dalla docufiction televisiva, “Lo Squadrone”, diretta da Claudio Camarca e trasmessa su RAI2, la serie targata Clipper Media, approda al Mipcom - Marché International des Programmes de Communication, evento dell'industria televisiva che si tiene a Cannes, grazie alla Compagnia di Distribuzione Autentic Distribution, che fa capo al gruppo tedesco Beta Television and Cinema. La serie, in quattro puntate da 50 minuti, racconta, dall'interno, la guerra alla mafia calabrese, la famigerata 'ndrangheta, combattuta dallo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria: pedinamento degli affiliati, confische di immobili, distruzione delle piantagioni di canapa, recupero di ingenti carichi di droga, scontri a fuoco, irruzioni e arresti: azioni rigorosamente in diretta e riprese dal vivo. Venticinque anni di battaglie che hanno condotto all'arresto di oltre 8mila affiliati, la cattura di 285 latitanti, la scoperta di 450 bunker sotterrati nelle montagne d'Aspromonte. Un reparto di élite ammirato e studiato dalle Forze di Polizia del mondo intero. Un'eccellenza italiana unica nel suo genere. “Lo Squadrone”, che ha registrato quasi il 6% di share alla prima puntata, con punte di 800mila spettatori, scritta e diretta da Claudio Camarca, racconta uno spaccato reale proprio dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria, in grado di superare l’immaginazione, ad alto tasso di azione e di suspense, in cui un manipolo di uomini coraggiosi rischia ogni giorno la vita per restituire la Calabria alla sua gente.
LO SQUADRONE ELIPORTATO CARABINIERI CACCIATORI DI CALABRIA
Dal 1991, anno della composizione del Reparto, lo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria ha prodotto: oltre 8000 arresti, catturato 282 latitanti di 'ndrangheta, scovato oltre 400 bunker. Sembra una guerra, combattuta in qualunque luogo al mondo, immagini scattate in Messico o in Colombia, non ad un'ora di aereo da Roma e a quindici chilometri da Reggio Calabria. Una guerra vicina, più di quanto si possa immaginare. Combattuta in mimetica, fucili mitragliatori, all’interno di trincee scavate nelle rocce dell’Aspromonte. I riflettori sono puntati sulle attività sul campo dello Squadrone, ma anche sui singoli uomini, sul loro privato, sulle loro motivazioni. Due le attività principali che ne contraddistinguono l'opera quotidiana: la ricerca dei latitanti e il ritrovamento ed eradicazione delle piantagioni di canapa. Con loro lo spettatore scende in bunker sotterranei che si estendono anche per trecento metri quadrati, con loro si risale lungo le pendici dell'Aspromonte per individuare un posto di osservazione da cui studiare i movimenti della famiglia di un latitante, tra trappole e piantagioni di canapa. Una continua caccia all'uomo, tra le fogne di Platì, collegate alle case attraverso intricati cunicoli, rastrellamenti a San Luca, con perquisizioni di abitazioni di affiliati, confische, arresti e operazioni lungo la cima dei monti, dentro stalle e case abbandonate. Il contatto con il lato 'liturgico' della 'ndrangheta, con il Santuario di Polsi, dove sono state distribuite le cariche all'interno delle cosche. L'arresto di un latitante non è che un nuovo inizio, una nuova caccia, alla ricerca della rete di affari globalizzata nei cinque continenti.