Si è tenuta a Roma, presso la Casa del Cinema e il Centro Ebraico Italiano il Pitigliani la dodicesima edizione del Pitigliani Kolno’a Festival - Ebraismo e Israele nel cinema. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Ariela Piattelli e Lirit Mash: Yonatan Peres, figlio del Premio Nobel per la pace, Shimon Peres, in rappresentanza del Centro Peres per la pace e l’innovazione, ma anche il documentarista Yariv Mozer, il giornalista e documentarista Itai Anghel, la regista Tamal Tan Anati, il regista e animatore Hanan Kaminski, i registi Valerio Ciriaci e Ruggero Gabbai, l'attore e registaShadi Srour, i produttori Ilan Moskovitch e Ram Landes.
Il pubblico del festival, che ha votato alla fine di ogni proiezione, ha decretato vincitore The women's balcony, di Emil Ben-Shimon, esilarante commedia ambientata a Gerusalemme. La vita tranquilla di una coppia e della comunità in cui vivono viene sconvolta quando, durante una festa di Bar-Mitzvah, crolla il matroneo della sinagoga. Mentre i piani di ristrutturazione falliscono per motivi economici e burocratici, arriva un giorno un giovane, carismatico rabbino che spinge la comunità verso uno stile di vita religioso molto rigido, provocando conflitti interni alla comunità. Nella classifica dei voti del pubblico al secondo posto il documentario Ben Gurion, Epilogue, diYariv Mozer, ospite del festival, che ha ritrovato una lunga e inedita intervista al padre dello Stato di Israele, per anni rimasta sepolta nell’Archivio Spielberg di Gerusalemme. Ormai fuori dalla scena politica, il grande statista guarda alla Storia e agli eventi che lo hanno visto protagonista, tracciando la propria visione sul futuro di Israele. Terzo posto per un altro, sconvolgente documentario,Invisible in Mosul, di Itai Anghel – il più grande reporter di guerra israeliano - fresco vincitore del Premio per il Miglior Documentario Israeliano. Nel film lo stesso Anghel - che al festival ha tenuto un panel sul “Raccontare il Medio Oriente attraverso il documentario”, con il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari - si unisce con coraggio ai corpi speciali dell’esercito iracheno che avanzano verso Mosul sotto il fuoco nemico dell’ISIS e dei suoi terroristi suicidi. Anghel, infatti, è l’unico giornalista israeliano ad aver documentato la guerra in Iraq sino a spingersi nelle prime linee dei combattenti contro l’ISIS a Mosul. Per il primo anno il festival ha consegnato unPremio alla Carriera, consegnato al Maestro dell’animazione israeliana Hanan Kaminski, che ha presentato al pubblico italiano la sua ultima opera, The Legend of King Solomon, originale versione della storia di Re Salomone, che affronta i temi della convivenza tra culture diverse e del passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
Nell’ambito del Pitigliani Kolno’a Festival 2017, si è tenuta anche la prima edizione del Premio Emanuele Luzzati e la sua Giuria, composta da Fabia Bettini, Carlo Brancaleoni, Emanuel Cohn, Sergio Noberini e Antonio Urrata, ha premiato il cortometraggio italiano Timballo, di Maurizio Forcella, con questa motivazione: “per la sua capacità di racconto della realtà sociale odierna, della sfida all’integrazione e al dialogo interculturale, attraverso il registro della commedia. Forcella cuoce un racconto grottesco con spezie gustose, mordaci e pungenti a dispetto dell’invadente moda della nouvelle cuisine. Il territorio abruzzese, tra artigianalità e sapori tradizionali, diventa lo spazio di incontro tra persone di culture diverse, superando le barriere del pregiudizio e del sospetto nei confronti dell’Altro. Un tema attuale e delicato, declinato con una forte carica ironica; un’opera che dimostra freschezza di linguaggio, adatto alle giovani generazioni”.
Con 20 anteprime italiane, tra commedie, drammi, film di animazione e documentari, con panel tenuti da professionisti dell'animazione, del giornalismo documentario e della serialità televisiva, il PKF2017, prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani ha proposto, per la consueta sezione "Panorama sul nuovo cinema israeliano” opere che hanno riscosso successo sia in Israele che all’estero e che rappresentano la varietà e il multiculturalismo che compone la società israeliana di oggi.</