Si tiene presso la Casa del Cinema di Roma nei giorni del 31 maggio e 1° giugno 2013 la terza edizione de LO SPIRAGLIO FILMFESTIVAL, evento di corti, lungometraggi e incontri sul tema della salute mentale e del disagio psichico con la direzione scientifica di Federico Russo e la direzione artistica di Franco Montini. Promosso da ROMA CAPITALE - Dipartimento Salute Mentale, ASL RMA – Roma Centro e Fondazione Roma Solidale onlus, il festival conferma il suo intento di raccontare attraverso le immagini il mondo della salute mentale nelle sue molteplici varietà. L’obiettivo è quello di avvicinare il pubblico alla tematica e permettere a chi produce audiovisivi, dedicati o ispirati all'argomento, di mettere in evidenza risorse creative e qualità del prodotto. “Lo sforzo - sottolineano i due direttori - è stato quello di selezionare una serie di titoli caratterizzati dal rigore e dalla serietà degli aspetti scientifici, ma anche da indubbie qualità strettamente cinematografiche”.
Otto i lungometraggi e una decina di cortometraggi in concorso: il panorama delle opere selezionate propone appassionate storie d’amore, lunghi viaggi alla scoperta di mondi sconosciuti, indagini su dichiarate patologie, ma anche riflessioni sul disagio psichico, con protagonisti di ogni età e ambientazioni che spaziano fino al mondo del calcio, come nel caso del documentario Zero a zero di Paolo Geremei, la storia di tre atleti che hanno visto interrotta la propria carriera nel calcio che conta per motivi ingiusti o incomprensibili. Giunti alla soglia del debutto nella massima categoria, i tre ragazzi hanno visto svanire il sogno della propria vita. Dopo quasi 20 anni, Daniele, Marco e Andrea, i tre calciatori con un passato nella Roma di Totti, si guardano alle spalle e cercano di fare chiarezza sulla fine della loro avventura: ora fanno il cameriere, il geometra e il droghiere. Altro documentario Antonio+Silvana = 2, diretto da Vanni Gandolfo, Simone Aleandri e Luca Onorati, una struggente storia d’amore tra i vicoli di Trastevere tra due anziani. Quindi, Avanti, di Emmanuelle Antille, racconta di Lea, 28 anni, che rifiuta l’amore del suo ragazzo, odia il proprio lavoro e ha problemi con la famiglia. Lea mantiene i legami con le persone che la circondano filmandole con regolarità, in particolare con sua madre Suzanne, malata di mente, che, un giorno, contro il parere di tutti, decide di far uscire dalla clinica dove è ricoverata per intraprendere, insieme, un viaggio. Quindi, Il canto delle sirene, di Donato Robustella, viaggio documentaristico in un mondo fatto di paure, voci, deliri e allucinazioni, silenzi e oscurità, tentativi e fallimenti. Di persone che quotidianamente devono lottare per evitare di essere sopraffatti da una realtà parallela che non permette loro di godere a pieno di ciò che il mondo reale offre. Il rapporto tra la ragione e la follia nella Storia è invece al centro de Il sonno della ragione, di Fabio Gianotti, viaggio visionario nella storia della follia dal Medioevo a oggi tra simboli, allegorie, credenze popolari e avvenimenti reali. Un attore, ex-internato in uno dei 6 OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) italiani, racconta, nel film Lo stato della follia, di Francesco Cordio, la vita quotidiana in questi luoghi “dimenticati” anche dallo Stato. Juliane Biasi e Sergio Damiani raccontano in Muyeye la storia di un incontro straordinario in Kenia: quello tra la famiglia di Nebat, quattro figli e due mogli di cui una malata di mente e i “bianchi” apparentemente ricchi e felici, ma portatori di storie dolorose legate al disagio psichico. Quindi, Ulidi, piccola mia, di Mateo Zoni, la storia di Paola, quasi maggiorenne, che, dopo quattro anni in una comunità lontana dalla famiglia, fa ritorno a casa solo per brevi periodi. Figlia di un contadino emiliano e di una donna marocchina è cresciuta tra due culture e ora deve iniziare a guardare al proprio futuro che vorrebbe felice. Tra i cortometraggi saranno proiettati Altrove e con nessuno, di L. Angioli; Anomia, della Scuola Internazionale di Comics; In my prison, di A. Grande; La cosa giusta da fare, di D. Santonicola; La Visita, di M. Bolla; Matilde di V. Palmieri; Sotto il cellophane, di M. Vallone; Una volta fuori, di R. Chiocca e Vite Indegne di Silvia Cutrera, la storia di Friedrich Zawrel, classe 1929, tra i pochi sopravvissuti al programma nazista di “eutanasia selvaggia” perpetrato da medici e infermieri nei padiglioni psichiatrici dell’ex Spiegelgrund di Vienna.
Il festival si apre la mattina di venerdì 31 maggio, nella sala Deluxe della Casa del Cinema, dove, dalle ore 10:00 alle ore 13:00, si tiene il convegno GRUPPI DI FAMIGLIE IN UN INTERNO - Famiglie che ammalano e famiglie che curano. Moderato da Federico Russo e Franco Montini, rispettivamente direttore scientifico e artistico del festival, e con un montaggio di spezzoni di film a cura della segreteria del festival sulla famiglia a tavola, il convegno vedrà gli interventi dello psichiatra e psicoanalista Andrea Narracci, di Donatella Pacelli, ordinario di Sociologia generale e presidente del Corso di Laurea in Scienze della comunicazione presso la Lumsa, quindi del critico cinematografico Mario Sesti e in chiusura del regista Daniele Luchetti. Verrà trattato il tema del cinema come contributo al dialogo troppo spesso interrotto tra genitori e figli, tra famiglie e istituzioni e tra orientamenti diversi dei modelli di cura dei disturbi mentali. E sarà proprio la famiglia al centro dell’incontro, vista attraverso la lente della macchina da presa e del lavoro terapeutico.
Sabato 1° giugno, dalle ore 9:30 alle 11:30, si svolge il panel dal titolo Film Treatment - La cura nelle immagini / le immagini nella cura, coordinato da Jacopo Mosca e Giuseppe Tancorre e che vedrà la presenza di Davide Manghi, Alessandra Devoto, Pompeo Martelli, Mauro Raffaeli e Santo Rullo. Con l’aiuto di una clip di 100 secondi saranno raccontati alcuni progetti arrivati al festival, frutto di eccellenti percorsi di cura e saranno discussi fra autori, esperti e pubblico. “Il cinema - nelle parole degli organizzatori - è entrato da molti anni nei luoghi di cura. Strumento potente di espressione si incrocia con il simbolismo della follia, le sue metafore, il genio, imponendo però gli schemi rigorosi del reale, il tempo, lo spazio. Così in tanti lo utilizzano per costruire percorsi riabilitativi, per raccontare esperienze, per rappresentare dal di dentro la complessità dell’animo umano”.
Alla serata finale del festival, sabato 1°giugno sarà presente l’attrice Alba Rohrwacher, a cui è stato assegnato il Premio Speciale Lo Spiraglio – Fondazione Roma Solidale onlus per avere saputo incarnare, con talento, professionalità e partecipazione, personaggi segnati da problematicità psichiche. E’ la prima volta che il premio speciale viene assegnato ad un’attrice: precedentemente il riconoscimento era stato assegnato ai registi Giulio Manfredonia e Marco Bellocchio. La serata finale si concluderà con la proiezione de La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, di cui l’attrice è la protagonista femminile.
Una Giuria composta da addetti ai lavori appartenenti all’ambito sociale, psichiatrico e cinematografico assegnerà durante la serata finale il Premio di 1.000 euro al miglior cortometraggio e il Premio di 1.000 euro al miglior lungometraggio. E’ anche prevista l’assegnazione di un Premio speciale della Giuria, all’opera considerata particolarmente significativa per il tema e per la modalità con cui tratta l’argomento. La Giuria è composta da Stefano Rulli - che ne è il Presidente - sceneggiatore, regista e Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, da Paolo Restuccia, regista radiofonico Rai, dallo psichiatra Antonello D’Elia, da Cristiana Paternò, giornalista e critico cinematografico, vicedirettore del mensile 8emezzo e dal regista Claudio Giovannesi, autore del film Alì ha gli occhi azzurri, vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Roma 2012.
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
Info
www.fondazioneromasolidale.it
www.lospiragliofilmfestival.org
spiragliofest@gmail.com
tel 06 37515922
cell 393 5246858