Si è tenuta ieri, 2 luglio 2025 a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, la 65a edizione dei Globi d'Oro, riconoscimento dell'Associazione della Stampa Estera in Italia al meglio della produzione cinematografica italiana dell'anno.
Il Globo d'Oro alla Miglior Opera Prima è andato a “Ciao Bambino”, diretto da Edgardo Pistone, con la seguente motivazione: “Un'opera artistica di raro spessore, che incanta e stupisce e, nell'eleganza del bianco e nero, trasporta in un mondo crudo e spietato, mai banale, dove, però, emergono sopratutto amore e poesia”. Distribuito da Filmclub Distribuzione, “Ciao Bambino” è prodotto da Bronx Film, Anemone Film, Mosaicon Film, Minerva Pictures Group e realizzato con il sostegno del Mic – Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e Regione Campania – Fondo Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con Film Commission Regione Campania. Presentato in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma 2024, dove ha vinto ex aequo (giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Francesca Comencini) il Premio Miglior Opera Prima, “Ciao Bambino” ha avviato un tour in vari festival nazionali e internazionali, collezionando prestigiosi premi, tra cui il Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Film Festival 2024 nella categoria Concorso Opere Prime e la Menzione Speciale nella sezione Spazio Campania al Laceno d’Oro International Film Festival. Il film, per cui è stato scelto il bianco e nero tipico del realismo che rende universali i sentimenti raccontati, è scritto e sceneggiato dallo stesso regista con Ivan Ferone e vanta nel cast giovani attori scelti dopo un lungo e faticoso street casting come Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo e Rosalia Zinno. Sul finire dell’estate dei suoi diciannove anni, Attilio, un ragazzo che vive in un rione Popolare di Napoli, viene incaricato di proteggere una giovane prostituta dell’Est. Senza poterlo ammettere apertamente, se ne innamora. Quando, però, il padre esce dal carcere ed è costretto a ripagare un debito consistente, Attilio si trova a scegliere tra l’amore per la ragazza e quello per il padre, mettendo in gioco la sua libertà e la sua vita fino a quel momento.
Giovanna Gagliardo ha vinto il Globo d'Oro come Miglior Documentario per il film “Il mestiere di vivere”, con la seguente motivazione: “Un viaggio che scava con delicatezza nel cuore inquieto di Cesare Pavese: uno degli scrittori più influenti dell'Italia del Novecento. Svela l'intreccio tra il mestiere di poeta, di scrittore, di traduttore, di sceneggiatore con Il Mestiere di Vivere. Ma non solo scopriamo l'uomo vissuto soltanto 42 anni. Troviamo l'ambiente che lo circonda: la Torino del Dopoguerra che respira nebbia, parole e Resistenza”. Dopo il successo alla 42a edizione del Torino Film Festival, distribuito in sala da Luce Cinecittà, “Il mestiere di vivere”, è stato scritto e diretto da Giovanna Gagliardo che, a partire dall’ultimo, frenetico giorno di vita di Cesare Pavese, mette al centro della storia l’uomo e lo scrittore attraverso vari capitoli che raccontano i tanti mestieri che ha sperimentato. Una produzione Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con la partecipazione di Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e il Patrocinio della Città di Torino, racconta l’intellettuale che nella sua breve vita è riuscito a ricreare un nuovo mondo letterario e culturale che ha dato identità alla seconda metà del Novecento italiano: un poeta che appena ventenne scopre la poesia narrativa, per poi cimentarsi nel romanzo breve, portare in Italia la letteratura americana e contribuire infine alla nascita della Casa Editrice Einaudi. La voce di Cesare Pavese è di Emanuele Puppio, la fotografia di Roberta Allegrini e il montaggio di Emanuelle Cedrangolo. “Un altro prestigioso premio alle produzioni di Luce Cinecittà che testimonia l’impegno nella realizzazione di storie che raccontino, con linguaggio cinematografico, i protagonisti della nostra vita culturale - dichiara Enrico Bufalini, Direttore di Archivio Luce e Produzione Documentario di Cinecittà. 'Il mestiere di vivere' è un racconto adatto sia al grande pubblico, ma anche alla scuola e all’università. Un plauso particolare a Giovanna Gagliardo, che ha saputo trovare la chiave di racconto per calare lo spettatore nei sentimenti e nelle inquietudini dell’uomo Cesare Pavese”.
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